lunedì 24 marzo 2014

Questa non è una conversazione da fare al telefono. Te lo dirò di persona.

Da quando WhatsApp è stata acquisita da Facebook si sono alternate una serie di voci in rete, più o meno allarmanti su come sarebbero cambiate le cose. La preoccupazione principale era che i dati che ci saremmo scambiati via WhatsApp li avremmo ritrovati su Facebook in barba alla privacy. O che si saremmo ritrovati vittime di fastidiosissimi messaggi pubblicitari. E qualcuno spingeva i lettori a migrare su altre app di “messaggeria”.
In realtà anche io mi sono chiesta cosa sarebbe accaduto e ho tenuto d’occhio il blog di WahtsApp per capire quando avremmo saputo di che privacy saremmo morti. Finalmente, il 17 marzo il CEO di WhatsApp, Jam Kaum ha pubblicato un post  per smentire queste voci. Quello che dice fondamentalmente è che l’acquisizione da parte di Facebook non sarebbe avvenuta se questo avesse significato stravolgere i valori dell’azienda.  La privacy degli utenti, quindi, rimarrà cruciale come sempre. Racconta anche della sua vita in Ucraina ai tempi in cui qualsiasi conversazione veniva ascoltata dal KGB. Sottolineando che quindi  “la privacy fa parte del suo DNA”.
In effetti non dimentichiamoci che Jam Kaum spesso e volentieri ha dimostrato di essere contrario al modello di guadagno basato sulla pubblicità. Uno dei suoi post più famosi in merito recitava: Advertising has us chasing cars and clothes, working jobs we hate so we can buy shit we don’t need. (Tyler Durden, Fight Club). Che ci piaccia o no, lo ha sempre detto.
Questo non significa che in futuro le cose non possano cambiare. Oltretutto rimane il fatto che WhatsApp è spesso oggetto di attacchi da parte dei cybercriminali (fonte larepubblica.it) e non è sicuramente l’acquisizione da parte di Facebook a doverci preoccupare. Dovremmo probabilmente adottare un ottimo antivirus anche per i nostri smartphone, soprattutto per quei telefoni con sistema operativo Android visto che solo a gennaio del 2014 sono state individuate 10 milioni di app nocive per Android (fonte Kaspersky Lab).
Tutto vero. Anche se davvero volessimo tenere per noi le nostre conversazioni, dovremmo probabilmente adottare il metodo della mamma di Jam Kaum: “This is not a phone conversation; I’ll tell you in person.”  Questa non è una conversazione da fare al telefono. Te lo dirò di persona. Che magari è anche più bello.


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